

Eventi e Pubblicazioni
Benvenuti nella sezione dedicata agli eventi e alle pubblicazioni!
Qui troverete aggiornamenti su incontri, workshop e seminari dedicati al benessere psicologico, oltre ad articoli e approfondimenti su tematiche psicologiche specifiche.

L’uso della Realtà Virtuale e Aumentata in Psicologia.
Una Nuova Frontiera del Benessere Mentale
Nel tempo, la tecnologia ha cambiato completamente il modo in cui affrontiamo le numerose sfide professionali. Le diverse innovazioni tecnologiche come la realtà virtuale (VR), che immerge il paziente in un ambiente tridimensionale simulato, e la realtà aumentata (AR), che sovrappone elementi digitali al mondo reale, sono strumenti che stanno ridefinendo il confine tra i trattamenti tradizionali e le nuove frontiere della salute mentale.
Assisto con entusiasmo e un pizzico di sana curiosità, con quale modalità queste tecnologie stiano iniziando a integrarsi nei contesti terapeutici, mostrando un potenziale sorprendente nel migliorare il benessere psicologico e ampliare le opzioni di intervento.
Citando soltanto alcune delle applicazioni tecnologiche nella terapia, è stato dimostrato che, nel trattamento delle “fobie”, la VR offre l’opportunità di un’esposizione graduale. Il paziente che, ad esempio, soffre di aracnofobia, può confrontarsi con ragni virtuali in un contesto completamente controllato, riducendo così il rischio di un’esperienza traumatica. Questo approccio consente una personalizzazione dell’intervento e una flessibilità impensabile con i metodi tradizionali (1) . Anche nel disturbo post-traumatico da stress - PTSD, la VR si è dimostrata utile nella simulazione di situazioni specifiche legate al trauma, consentendo una rielaborazione guidata dell’evento, seppur con la supervisione del terapeuta. Nel campo della neuropsicologia invece, applicazioni di AR vengono utilizzate per la riabilitazione di pazienti con “deficit cognitivi”, sfruttando attività interattive che stimolano la memoria, l’attenzione e la pianificazione (2) .
Si può dunque affermare, che uno degli aspetti più interessanti delle tecnologie virtuali, è la capacità di offrire interventi immersivi e coinvolgenti. L’immersione può favorire un maggiore partecipazione del paziente nel processo terapeutico, migliorando, più in generale, l’efficacia nelle sedute. Inoltre, l’opportunità di creare ambientazioni personalizzate, determina maggiori opzioni di trattamento, rendendole più aderenti ai bisogni specifici del paziente stesso. Un ulteriore vantaggio è l’accessibilità, la crescente diffusione di “device” portatili, relativamente economici, sta determinando il loro impiego anche in studi clinici privati e non solo nei centri di ricerca più avanzati.
Personalmente, ritengo che l’integrazione di tali tecnologie con altre tecniche a supporto della terapia come, per esempio, “l’ipnosi”, possa rappresentare un passaggio significativo verso interventi integrati e molto più efficaci. Attraverso l’unione della VR con l’ipnosi è infatti possibile guidare il paziente affetto da ansia, stress oppure dolore cronico, in uno stato di profondo
rilassamento. Lo stesso soggetto infatti, attraverso la somministrazione di particolari stimoli, riesce a sperimentare ambienti virtuali rassicuranti, in grado di favorire la riduzione della sintomatologia o di un disagio specifico. Nondimeno, la AR può sovrapporre stimoli visivi e uditivi utili a rinforzare, durante la trance ipnotica, ancoraggi positivi, ai quali il paziente può ricorrere, anche in completa autonomia, nei momenti di necessità.
Tuttavia, le potenzialità dei mezzi tecnologici disponibili sembrerebbero presentare, in particolare nell’ambito psicologico, ancora diverse limitazioni. In primo luogo, l’utilizzo di strumenti innovativi, richiede un investimento significativo sia in ambito economico che nella formazione professionale. Alcuni professionisti potrebbero affrontare con scetticismo l’introduzione di tali tecnologie ritenendo che, in qualche modo, comprometterebbero l’aspetto umano della relazione terapeutica, elemento fondamentale per il successo della terapia. Infatti, sebbene le tecnologie possano offrire un supporto innovativo e un aiuto concreto, esiste il rischio, se non inserite in un percorso terapeutico personalizzato, di generare distanza tra terapeuta e paziente, riducendo l’interazione umana essenziale nella pratica clinica, ovvero, creare il rischio di nuovi aspetti di dipendenza nel paziente (c.d. gamification).(omissis)...


DISCONNESSIONE CONSAPEVOLE
Protocollo di Ipnosi per la Dipendenza da Smartphone
L'ipnosi è uno strumento efficace per affrontare la dipendenza da smartphone, aiutando la persona a modificare i propri schemi di pensiero e comportamento in modo profondo e duraturo.
Obiettivi dell’ipnosi
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Aumentare la consapevolezza sull'uso eccessivo dello smartphone.
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Ridurre l'impulso di controllare il dispositivo.
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Favorire il recupero del controllo e della gestione del tempo.
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Sostituire l’uso compulsivo con attività più equilibrate e soddisfacenti.
Come funziona?
Durante una sessione ipnotica, il paziente entra in uno stato di rilassamento profondo in cui la mente inconscia diventa più ricettiva a suggerimenti specifici.
Ancoraggi positivi. Si associa una sensazione di benessere a momenti di disconnessione dallo smartphone.
Visualizzazioni guidate: si immagina una vita più equilibrata, con meno dipendenza dallo smartphone.
Tecniche di rinforzo: si introducono strategie pratiche per gestire le tentazioni quotidiane.
L'ipnosi non è una soluzione istantanea, ma un valido supporto in un percorso più ampio di consapevolezza e cambiamento delle abitudini.
Master II Livello - Università Niccolò Cusano - Roma (RM)

“Il Basico e la Zanzara”
“Sopravvivere alle relazioni tra Zampette e Pixel senza pungersi troppo!”
Lei è brillante, acuta, pungente. Lui è... beh, Basico. Due mondi agli antipodi, destinati a incrociarsi in un susseguirsi di equivoci, entusiasmi e piccole delusioni che raccontano con sferzante ironia l’eterna sfida tra aspettative e realtà nelle relazioni moderne.
La protagonista, soprannominata la Zanzara, ha il talento di analizzare ogni dettaglio, percepire ogni sfumatura emotiva e, con il suo spirito tagliente, pungere senza pietà chi non è all’altezza del gioco. Il Basico, invece, naviga la vita con la serena inconsapevolezza di chi è convinto che bastino un po’ di palestra, due emoji strategiche e una buona carbonara per conquistare il mondo.
Ma cosa succede quando la Zanzara si rende conto che non può salvare chi non vuole essere salvato? E quando il Basico si accorge, forse troppo tardi, che dietro quell’ironia affilata si nasconde un cuore più grande di quanto immaginasse?
Una storia di incontri e scontri, di autoconsapevolezza e sorrisi amari, che trascina il lettore in un viaggio dinamiche sentimentali contemporanee. Perché, in fondo, siamo tutti un po’ Zanzare in cerca di qualcuno che non tenta di schiacciarci al primo ronzio.

Corso ECM
La Cura per chi Cura
Quale è la cura per chi cura?
Quali sono le strategie per garantire e tutelare il benessere lavorativo del personale della Sanità?
Il Ciclo di eventi organizzati per il “BENESSERE LAVORATIVO IN AMBITO SANITARIO: LA CURA PER CHI CURA” analizza ogni aspetto della professione sanitaria e offre il rimedio e la strategia per avere cura e tutelare il benessere del lavoratore, in ogni ambito e per ogni categoria o mansione.
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Corso ECM
Burnout nella Professione Sanitaria: Rimedi e Prevenzione
4 dicembre 2024
presso la sala “Giuliani” Istituto Romano di San Michele
piazzale Antonio Tosti, 4 - Roma

Dal 2022, all’indomani della pandemia Covid-19, l'Organizzazione Mondiale
della Sanità (OMS) ha incluso esplicitamente il 'burnout' nella nuova versione
dell'undicesima International Classification of Diseases (Icd-11), tra i " fattori che influenzano lo stato di salute". "Le persone contattano i servizi sanitari per questo fenomeno, ma non è classificabile come malattia o condizione medica"; il burnout viene definito infatti "una sindrome concettualizzata come conseguenza di stress cronico sul posto di lavoro non gestito con successo". I lavoratori che operano nel settore sanitario appartengono a una “categoria a rischio” in tema di sindrome del Burnout, come confermato dalla giurisprudenza; è di questi giorni la notizia di una sentenza che ha riconosciuto ad un professionista sanitario di aver subìto un gravissimo danno da stress lavoro-correlato. Il Corso BURNOUT NELLA PROFESSIONE SANITARIA: RIMEDI E PREVENZIONE è finalizzato a fornire gli strumenti utili per la prevenzione della sindrome (riduzione degli effetti dello stress) nonché le indicazioni per rimediare agli effetti in caso di insorgenza della sindrome di Burnout. Il Corso, dunque, vuole contribuire significativamente al benessere lavorativo per tutte le professioni sanitarie e dunque alla “gestione con successo” dello stress sul posto di lavoro.
